Prima Di Morire Addio by Fred Vargas

Prima Di Morire Addio by Fred Vargas

autore:Fred Vargas [Vargas, Fred]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: General, Mystery & Detective, Fiction
ISBN: 9788866213048
editore: EINAUDI
pubblicato: 2011-05-03T22:00:00+00:00


XX.

Da due ore Richard Valence non faceva più nulla. Aveva riordinato gli appunti, sgomberato il tavolo e, immobile sulla sedia, guardava i tetti di Roma attraverso la finestra chiusa. Presto sarebbe scesa la sera. Ciò che avevano da dirgli l'ispettore Ruggieri e monsignor Vitelli non gli interessava. Aveva concluso il suo rapporto, ne avrebbe consegnato una copia alla polizia italiana, ne avrebbe inviata un'altra a Edouard Valhubert, avrebbe tenuto l'originale, per ricordo, e l'indomani sarebbe tornato a Milano. La bomba sarebbe esplosa dietro di lui. Era finita.

Era finita e lui rimaneva, massiccio e immobile, a osservare i tetti di Roma. Un vero casino, i tetti di Roma. Avrebbe consegnato quel rapporto e se ne sarebbe andato. Chiuso.

Edouard Valhubert si sarebbe infuriato. Lo aveva mandato lì per insabbiare il caso, e invece lui aveva portato alla luce una soluzione terribile di cui nessuno voleva neppure aver sentore. Il suo intervento avrebbe prodotto l'effetto contrario rispetto a quello auspicato a Parigi. Era ancora in tempo, ovviamente, per spedire quel rapporto direttamente al ministro. E nessuno ne avrebbe saputo niente. Era ciò che doveva fare. Andare a salutare Ruggieri, consegnare le sue conclusioni a Edouard Valhubert, e lasciar decidere al ministro quale seguito dare alla faccenda. Ossia, nessun seguito, beninteso. Avrebbero trovato un inafferrabile capro espiatorio per dare a quella deprecabile storia un finale adeguato. Era ciò che doveva fare.

Era esattamente ciò che non avrebbe fatto. Aveva cavato fuori la verità, l'avrebbe resa nota e nessuno sarebbe riuscito a fargli cambiare idea. In realtà, aveva una gran voglia che quella verità venisse divulgata e avrebbe fatto di tutto perché lo fosse.

Appoggiò le mani sul tavolo e si alzò lentamente, con le ginocchia intorpidite. Ripiegò il rapporto e se lo infilò nella giacca.

Nel corridoio dell'albergo camminava rapido, stringendo i pugni chiusi in tasca. Vide Tiberio solo all'ultimo istante, proprio mentre il ragazzo gli sbarrava l'accesso all'ascensore.

- Non si passa, - disse Tiberio.

Valence indietreggiò. Tiberio aveva l'aria di essere spossato e sovreccitato. Aveva una barba di due giorni e a quanto pare non si era cambiato d'abito dall'ultima volta che l'aveva visto a casa sua. I pantaloni neri erano coperti della polvere estiva di Roma, e sembrava che avesse tristemente vagabondato senza dormire né mangiare. Per la verità, aveva un'aria piuttosto minacciosa. Valence lo vedeva tendere il corpo per impedirgli di passare. Quella risolutezza e quei vestiti impolverati gli conferivano una specie di eleganza avventurosa che Valence apprezzò. Ma Tiberio non lo impressionava.

- Togliti di mezzo, Tiberio, - disse con calma.

Tiberio si irrigidì per ostacolare il movimento di Valence.

Teneva le mani appoggiate agli stipiti metallici della cabina, bloccando in tutta la larghezza la porta dell'ascensore, e fletteva le gambe. Gambe solide. Polverose ma solide.

- Che vai cercando, giovane imperatore? Che vuoi da me?

- Voglio che lei parli subito con me, - rispose Tiberio scandendo le sillabe. - Da quattro giorni qualcosa di grave prende forma nella sua mente granitica e in quella sua stanza murata del cavolo. Non passerà se prima non mi dice di che si tratta.



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